GRAVNER

GRAVNER


"Quando venne il tempo dell'acciaio lui era il migliore, quando trionfavano le barrique lui era il migliore, e ora, con il "ritorno" delle anfore, lui non è più il migliore, è semplicemente unico. Il suo vino è unico come il pensiero di Kant, come la nona di Beethoven, come la Gioconda di Leonardo" Guida Slowine 2020

Josko Gravner
è senza ombra di dubbio uno di quei personaggi che ha fatto la storia vitivinicola italiana. C'è un modo di pensare il vino prima di Gravner e un dopo Gravner, proprio come la nascita di Cristo. 
Esordisce giovane nelle vigne di famiglia e prosegue al passo con i tempi: nuove metodologie, nuove tecnologie, l'impiego dell'acciaio delle barrique e dei vitigni internazionali. 
Un viaggio in California alla fine degli anni 80 fu rivelatore. Una zona avanguardistica per quei tempo dove l'impiego di fertilizzanti, concimi, tecnologie e additivi in cantina erano alla base della produzione di vino. Una serie di assaggi fece scattare qualcosa, quei vini prodotti dall'altra parte del mondo erano esattamente come i vini prodotti in Italia e dallo stesso Josko Gravner; era evidente che qualcosa non andava...non poteva andare.
Gravner torna in Italia con un nuova consapevolezza: rispettare il territorio per esaltare le caratteristiche che lo rendono unico nella produzione di vino. Inizia a studiare e comprende come la sua visione di futuro sia esattamente nei gesti e nelle metodologie del passato. Sperimenta le lunghe macerazione e le fermentazioni in anfora. Anfore georgiane interrate fino al collo. Diviene il Gravner che la maggior parte di noi conosce...



Una sperimentazione che continua incessantemente con decisioni estreme e radicali come l'espianto di tutti i vigneti internazionali sia a bacca bianca che rossa.
Il Breg Bianco (sauvignon, pinot grigio, chardonnay e riesling italico) non viene più prodotto con il dispiacere di molti appassionati che erano rimasti folgorati da questo blend.
L'espianto delle vigne ha lasciato posto si alla Ribolla ma anche alla creazione di spazi verdi non coltivati tra le vigne: sono nati stagni, colture arboree diverse, prati così da riportare biodiversità ed equilibrio nell'ambiente; questa è anche la sua visione di coltivare la terra.


Oggi gli unici due vitigni in attivo sono la tanto amata Ribolla Gialla e il Pignolo, che si presentano a noi dopo 7 anni questo è il ciclo che Gravner rispetta: il ciclo biologico dell’uomo va rispettato, avviene con cicli di 7 anni ciascuno. Questo è il tempo di invecchiamento dei miei vini bianchi, 1 in anfora e 6 in botti grandi. I rossi non sono adatti a un invecchiamento così lungo”, dice.
Josko Gravner è uno dei pochi viticoltori al mondo a non aver fretta di presentare al mondo il suo vino, perché dice: “il vino lo produco per me, il resto lo vendo”.

Ricorda sempre che “Servono tre cose per fare il vino: la terra, il vetro, e il legno. L’anfora è interrata come facevano gli antichi caucasici perché è come un utero. L’anfora permette di non controllare il livello zuccherino, di non fare aggiunte, perché se non sottrai e non aggiungi non hai nulla da controllare. L’unica aggiunta che mi concedo è una piccolissima quantità di solforosa alla fine del processo, perché senza di quella il vino diventa aceto. I peggiori vini li ho prodotti molti anni fa senza aggiunta di solforosa, credendo che fosse il male assoluto”.
Un'affermazione ancora in controtendenza con i puristi del vino naturale dove i solfiti sono visti come del veleno in bottiglia. Difficile però affermare che Josko Gravner non sia un viticoltore attento alla produzione di vini naturali.

I suoi vini sono unici, diversi da ogni altra cosa potete provare al mondo.
Raccontano una storia, una bella storia.
La Ribolla è sempre maestosa e lo sarà per moltissimi anni a venire, i suoi riflessi ambrati e i sentori di erbe aromatiche e selvatiche, la frutta e i sentori balsamici inebriano... Le Riserve? Solo quando le condizioni lo permettono perchè lì il ciclo biologico si moltiplica per due, Sette anni più ulteriori Sette...tutto quello che è la Ribolla "classica" si amplifica all'ennesima potenza.